Sicilia, terra dei “neet”: i giovani che non lavorano e non hanno voglia di lavorare
E’ la Sicilia a detenere il record per il maggior numero di “neet”, termine angolofono con cui si indicano quelle persone, solitamente di età compresa tra i 18-24 anni, che non provano ad inserirsi nel mercato del lavoro.
I neet non cercano alcun tipo di occupazione e non studiano, né frequentano alcun corso di formazione. La generazione neet comprende quei tanti, troppi giovani che non contribuiscono ad aumentare il tasso di occupazione, né quello di disoccupazione, ma rimangono sospesi in un limbo di moderni ignavi, gli “inoccupati”.
L’Eurostat, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, ha raccolto ed elaborato i dati riguardanti i tassi di occupazione e disoccupazione rilevati in 200 regioni dell’UE: dai dati emerge che è la Sicilia a registrare il tasso più alto di “neet”, una presenza pari al 41,4% della popolazione. E si tratta di un numero destinato ad aumentare: meno di un giovane laureato su due, infatti, riesce a trovare lavoro in Italia. Ancor di meno nelle regioni del Mezzogiorno, dove solamente il 26,7% dei ragazzi lavora dopo la laurea.
Anche in base a questi dati, purtroppo poco rassicuranti, si può ipotizzare che il tasso di ragazzi che deciderà di smettere di cercar lavoro è destinato ad aumentare. Quindi il problema diventa questo: i giovani non trovano più un motivo per cercar lavoro, perché di lavoro non ce n’è, oppure se si trova è un lavoro mal pagato, precario, instabile.
Questa mancanza di prospettive, di conseguenza, è una delle cause dell’aumento del numero di abbandoni scolastici: in Italia si parla di una bella fetta di popolazione, il 18%, mentre solamente in Sicilia sono il 23,5% quei giovani tra i 18 e i 24 anni che non concludono il ciclo delle superiori, abbandonando gli studi.
A tal proposito, il candidato governatore M5S, Giancarlo Cancellieri ha affermato che:“questo è il magnifico risultato di gente come Fabrizio Micari, che guida l’università di Palermo, e Rosario Crocetta, che guida da cinque anni la Regione siciliana: hanno demolito i giovani, hanno tolto loro la voglia di lavorare e studiare”.
Per quanto riguarda invece il tasso di occupazione, i dati Eurostat parlano chiaro: in Italia e in particolare nel Mezzogiorno lavora meno di una persona su due, in una fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni. E in Sicilia, solamente il 57,5% della popolazione in età lavorativa si dimostra capace di utilizzare internet. Un percentuale troppo bassa, una popolazione quasi incapace di tenere il passo col nuovo mercato del lavoro, in cui le competenze ormai necessariamente richieste riguardano proprio l’uso di internet e delle nuove teconologie.
Cancellieri ha definito i dati di Eurostat “molto preoccupanti” ribadendo che è necessario, in un simile contesto, puntare sul diritto allo studio, sul lavoro, sullo sviluppo.
Fonte : http://www.tp24.it