Abusivismo edilizio, la Regione si deresponsabilizza. Le mosse degli abusivi di Triscina
L’abusivismo edilizio è sempre uno dei temi caldi della Sicilia e della politica siciliana e lo diventa ancora di più in campagna elettorale. In questi ultimi mesi abbiamo raccontato sulle pagine di tp24.it “dell’abusivismo di necessità”, proposto dal Movimento Cinque Stelle, abbiamo ricordato di come sia finita nel nulla quella tolleranza zero nei confronti degli abusivi che la Procura di Marsala aveva promosso qualche anno addietro, delle demolizioni ormai ferme a Marsala, come nel resto della Sicilia dove nel frattempo i nuovi casi di abusivismo registrati nel 2016 sono stati 1750.
Dopo i diversi tentativi di bloccare le demolizioni con una possibile sanatoria, dal Governo Crocetta è arrivato alla fine un bel regalo per gli abusivi e per chi ha il compito di far rispettare le demolizioni. E’ stata approvata, infatti, una norma proposta dall’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce che solleva dalle responsabilità di vigilanza sulle demolizioni i funzionari pubblici regionali e che sposta solo apparentemente su quelli comunali. Così il testo: “Limitatamente agli interventi sostitutivi disposti dall’assessorato Territorio e ambiente nei confronti delle amministrazioni comunali inadempienti, devono intendersi riferiti esclusivamente agli organi di governo dell’ente locale”.
Un vero controsenso perché Sindaco, Giunta e consiglio comunale non hanno alcuna competenza formale nel dare il via libera alle demolizioni, che spetta appunto alla Regione, adesso del tutto deresponsabilizzata. L’emendamento era stato presentato da Croce lo scorso 21 giugno alla VI commissione Territorio e Ambiente dell’Ars e approvato con la votazione di cinque deputati: la presidente Mariella Maggio (Ex Pd, ora Mdp), Giuseppe Laccoto e Valeria Sudano (Pd), Pietro Alongi (Alternativa Popolare di Alfano), Totò Lentini (Gruppo Misto), mentre hanno votato contro i due Cinque Stelle, Gianina Ciancio e Stefano Zito. Il fatto alquanto strano è che questa norma non è passata tra gli emendamenti, come avrebbe dovuto, ma è stata votata dall’Ars, il 9 agosto, nel corso della maratona di votazioni durata 48 ore assieme alla manovra finanziaria regionale.
In pratica si tolgono le responsabilità di vigilanza sulle demolizioni alla Regione e si scaricano sulle Procure. L’iter ora prevede che, se entro 90 giorni il proprietario di un immobile abusivo non obbedisce, demolendo, all’ordine della Procura, la palla passa al Comune e poi torna all’ufficio del pm: zero competenze per la Regione, prima obbligata a mandare i “commissari ad acta”.
“Non mi sembra che la Sicilia ne avesse bisogno. È una disposizione che indebolisce i poteri di vigilanza – afferma Giuseppe La Greca, magistrato del Tar ed esperto di normativa edilizia”.
“La norma fa in modo che la Regione si lavi le mani, l’Ars non si può permettere di fare lo scarica barile sulle Procure, producendosi in un nuovo ‘aiutino’ per gli abusivi’’, dichiara la deputata regionale Claudia Mannino, ex grillina e ora gruppo misto che critica i suoi ex compagni di non aver vigilato, anche se in realtà hanno votato contro.
Intanto, mentre la politica fa di tutto per ostacolare e ritardare l’iter delle demolizioni, a Marsala si attende la ripresa degli abbattimenti da oltre un anno, dopo quelle di 28 abitazioni su un totale di 509, e a Triscina, invece, sono arrivati gli avvisi per i 177 immobili da demolire. Ai proprietari è stato comunicato l’avvio del procedimento e la nomina del responsabile dell’ufficio, anche se si dà la possibilità di accedere agli atti e di poter presentare memorie e documenti.
Gli abusivi riuniti in un comitato tornano a difendere le loro case. Il portavoce Biagio Schiacchitano: “Abbiamo deciso di creare un tavolo tecnico composto da legali che si occupano di urbanistica e di tecnici per essere supportati nella presentazione di eventuali ricorsi alle autorità competenti, perché riteniamo che queste demolizioni sono fondate su illegittimità e violazioni di legge in ambito urbanistico sin dagli anni ‘60”.
E Sciacchitano per conto del comitato abusivi propone addirittura il ripristino della zona B4 nella fascia dei 150 metri dalla battigia di Triscina inserita nel Piano Regolatore Generale di Castelvetrano, ricordando che tre sentenze del Tar 1968/2000, 943/2002,1000/2008, lo hanno dichiarato definitivo ed efficace. ”La zona B 4 era edificabile – afferma Schiacchitano – e il Consiglio comunale nel 2009 l’ha cancellata per adeguamento a norme statali e regionali, senza seguire la procedura di variante al Prg e consentire ai cittadini di fare le opportune opposizioni sin dall’allora. Mi auguro – conclude Schiacchitano – che i Commissari del Comune di Castelvetrano possano rivedere attentamente gli atti ed evitare drastiche conseguenze generali su Triscina, ripristinando la legalità anche con riferimento alle lottizzazioni. Vorrei precisare per l’ultimo che l’abusivismo edilizio non è solo figlio di chi costruisce ma di chi nel tempo a tutti i livelli è stato assente o connivente, istituzioni comprese, ingenerando nel cittadino la convinzione che tutto si sarebbe sanato».
La sensazione è che, anche stavolta non verrà rispettata pienamente la legge che ha già deciso sulla irregolarità e gli abusi edilizi, e demolizioni in un modo o nell’altro non se ne vedranno almeno in questo periodo di campagna elettorale, nell’attesa, magari, di una possibile legge che possa sanare quello che oggi è insanabile.
Fonte: http://www.tp24.it