CONDANNATO RIZZI!
Il Tribunale di Trapani, dopo una breve Camera di Consiglio, ha condannato l’animalista trapanese Enrico Rizzi; 8 mesi di reclusione, 3 mila euro come risarcimento ad ogni parte civile ed il pagamento delle spese processuali e legali che ammontano a circa 7 mila euro per i reati di diffamazione e violenza psicologica a pubblico ufficiale. I fatti risalgono al 2013; un caso di maltrattamento di animali in cui il Presidente del NOITA chiese il sequestro di “un cane detenuto a catena corta, tra ferro vecchio, spazzatura e feci” a due Vigili Urbani del Comune di Erice. Evidentemente una richiesta fatta con troppa veemenza visto gli agenti ritennero di denunciarlo per i reati che ieri lo hanno portato alla condanna. Una sentenza accolta con comprensibile amarezza da Rizzi che sul suo profilo social ha già annunciato che ricorrerà in appello una volta depositate le motivazioni che lo hanno visto, ancora una volta, pesantemente condannato. Infatti, l’animalista col pallino della politica, è stato candidato sia alle amministrative di giugno a Trapani che in quelle precedenti fallendo entrambe le elezioni…, venne già condannato lo scorso febbraio per lo stesso reato a due mesi di reclusione, pena sospesa, e ad un maxi risarcimento danni di 30 mila euro in favore della famiglia dell’ex Presidente del Consiglio Regionale del Trentino Diego Moltrer, per giunta come provvisionale, dopo averlo apostrofato su Facebook come “Infame” ed aggiungendo “adesso sai cosa vuol dire morire…” deceduto per un arresto cardiaco nel corso di una battuta di caccia. Sentenze sempre stigmatizzate dal giovane trapanese con le immancabili dichiarazioni di rito sul fatto “che comunque queste non lo faranno mai indietreggerà di un passo”; figura controversa, tanto adulata dal popolo animalista quanto invisa agl’altrettanti detrattori per il suo protagonismo mediatico ritenuto spesso eccessivo, che ora dovrà fare i conti con un carico di condanne pesante, anche sotto il profilo patrimoniale, seppur entrambe in primo grado. Ora il suo legale, Alessio Cugini, attende le motivazioni della sentenza per presentare l’ennesimo appello per la nuova condanna per diffamazione, questa volta “aggravata” dalla violenza psicologica a pubblico ufficiale.
Fonte : http://www.telesud3.com