E’ morto il capo dei “pizzinari”

Vito Gondola, capo della cosca di Mazara è deceduto nella notte.

Era stato arrestato dalla Polizia nell’agosto del 2015. Vito Gondola, 79 anni, inteso “Coffa”, è morto la notte scorsa. Era tra i soggetti coinvolti nell’operazione antimafia Ermes. Erede del capo mafia di Mazara Mariano Agate, fu pedinato e intercettato mentre gestiva lo scambio dei “pizzini” da e per il boss latitante Matteo Messina Denaro. Lui era il regista dei rapporti tra il latitante e la cupola mafiosa della provincia di Trapani. Punto di riferimento per gli incontri erano due masserie nelle campagne di Mazara e Campobello di Mazara, per evitare le intercettazioni spesso Gondola  fu visto incontrarsi con i suoi complici sotto le pale eoliche della zona, così che il rumore degli impianti poteva coprire le loro voci e quindi ciò che si dicevano, aprendo e leggendo i pizzini che poi venivano puntualmente distrutti. Gondola è stato  l’ultimo degli intermediari scoperti in ordine di tempo dalla Polizia, uomo della vecchia mafia tornato in auge  seguito degli arresti che hanno disorganizzato la mafia trapanese, sempre però ben capace di rimettersi in sesto. Mafia comunque in difficoltà, scenario tradito proprio da alcune intercettazioni che gli investigatori della Squadra Mobile di Trapani riuscirono a raccogliere nonostante i comportamenti accorti seguiti da Gondola e soci.  L’indagine infatti dimostrò come la vecchia mafia , in assenza di giovani “picciotti” è arrivata in soccorso del boss Messina Denaro. Nelle intercettazioni lo stesso Gondola dice che «i cristiani squagghiano senza manco riri nenti», cioè le persone spariscono senza dir nulla. In diversi mesi di furono filmati e registrati diversi incontri, ogni volta per darsi appuntamento per scambiarsi i pizzini i poliziotti hanno potuto sentire Gondola al telefono parlare ovviamente di tutt’altro: «ho la sudda pronta» (la sudda non è altro che l’erba che si dà in pasto alle pecore), «ci sono le cesoie da molare», «bisogna tosare le pecore», «il formaggio è pronto da ritirare», «ho attaccato lo spargi concime», «ti ho messo la ricotta da parte, passi più tardi?».  Il nome di Gondola compare in rapporti giudiziari sin dagli anni ’70, quando allora faceva parte della banda Vannutelli che la mafia utilizzò, in alleanza con l’eversione di destra, per mettere a segno alcuni sequestri, come quello del salemitano Luigi Corleo e del professore universitario Nicola Campisi. Tutto scritto in un rapporto dell’allora capo della Mobile di Trapani, Giuseppe Peri, che però le Procure interessate preferirono farne carta da archivio.

Fonte : http://www.alqamah.it

 

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