Elezioni, i risultati di Salemi. M5s più votato, Fi supera il dato nazionale. Collasso Pd
Risultato elettorale eccezionale quello di Salemi, che certamente resterà negli annali. Nemmeno ai tempi degli andreottiani cugini Salvo si registravano percentuali cosi alte per un singolo partito.
Considerata la roccaforte bianca della provincia di Trapani, mai lo Scudo Crociato ottenne la maggioranza assoluta dei voti. Per queste elezioni politiche nazionali, più della metà dei votanti salemitani ha preferito il Movimento 5 Stelle, piazzandolo al primo posto.
Anche se con numeri inferiori rispetto a quelli di altri comuni (51,71% contro il quasi 58% di Mazara o Petrosino, ad esempio) un salemitano su due ha creduto al messaggio del trentunenne pomiglianese Luigi Di Maio. Un buon 20% invece ha voluto credere ancora una volta al verbo di Berlusconi. La promessa di abbassare le tasse ed elevare i minimi pensionistici a mille euro, in una realtà con una forte presenza di borghesia proprietaria e di pensionati, hanno regalato a Forza Italia uno dei migliori risultati della provincia. Il 72% dei cittadini ha premiato due sole formazioni politiche.
Il restante 28% dei voti se lo sono diviso i rimanenti partiti, di cui la fetta più grossa (si fa per dire), il 10% circa, e’ andata al PD (due punti in meno del dato provinciale e nove in meno a quello nazionale e il 40% in meno rispetto alle regionali di quattro mesi fa). Un risultato che dovrebbe fare riflettere abbastanza dirigenti provinciali e regionali. Ma ancora di più quelli locali, ove si pensi che l’Amministrazione comunale e’ guidata da Domenico Venuti, dirigente regionale del Pd, e che la cittadina normanna e’ la patria dell’ex assessore alla sanità e oggi deputato regionale Baldo Gucciardi.
Se saranno in grado di fare una feroce e impietosa analisi dei risultato del voto, si vedrà nei prossimi giorni. Alcuni dei militanti da noi interpellati, se lo augurano e soprattutto ci hanno detto di essere rimasti sconcertati dagli atteggiamenti ondivaghi e poco seri del dimissionario ( ma non per ora) Matteo Ronzi.
“Fratelli d’Italia” della Meloni si discostano di poco dal risultato nazionale con il 3,68%, mentre all’altro estremo 124 irriducibili, pari al, 2,50%, hanno votato Liberi e Uguali dimostrando di credere ancora nel recupero di una vera sinistra. Un discorso politico a parte meriterebbe, non tanto per il risultato avuto dalla lista cenerentola del centrodestra, “Noi con l’Italia”, che ha doppiato il dato nazionale con un 3,16%, quanto per i nomi dei referenti che si sono prodigati per ottenerlo.
Si tratta del presidente del Consiglio comunale Lorenzo Cascio e di Leonardo Bascone, che ha un assessore in giunta. Entrambi, ovviamente, sostengono il sindaco Venuti. Un dato sorprendente, al di là della mera entità’ numerica, ci e’ sembrato essere il 4,60 % di suffragi andato alla lista del padano Matteo Salvini. Meno del 7% ottenuto nella vicina Castelvetrano, e’ vero, ma pur sempre un risultato straordinario.
In pratica, 250 salemitani, tanti quanti sono i componenti di una Compagnia di Fanteria, hanno detto signorsì al capitano calato dal profondo Nord, dimenticando nella cabina elettorale, quanto in tutti questi anni questo signore ha vomitato sul Sud e sulla Sicilia, facendo gli interessi di brigate di mungitori illegali di vacche. Di cosa meravigliarsi?
La proverbiale “ospitalità” dei Siciliani non ha forse aperto, nel corso dei millenni, le porte ad una infinita schiera di forestieri? Fenici, Greci, Romani, Vandali, Islamici, Normanni, Svevi , Angioini, Aragonesi , Borboni, i Mille, non furono forse sempre bene accolti? Al nizzardo Garibaldi non si aprirono forse le porte della Città e offerta la più alta Torre del Castello per issarvi la bandiera della “liberazione”?
Al Plebiscito delle province siciliane del 1860 che si svolse il 21 ottobre 1860 per decidere l’annessione “al Regno costituzionale di Vittorio Emanuele II, e suoi legittimi discendenti”, i siciliani non risposero forse con un “SI” 432. 053 pari al 99,83%? I “NO” furono solo 667. Una Salemi non arrivarono a dieci. Numeri sempre fantasmagorici, quelli siciliani
Nel 1994, sotto il cielo di Trinacria, il brianzolo Silvio Berlusconi celebrò i fasti del 61 a 0. Oggi e’ il turno del campano Luigi di Maio con il quasi 50% al M5S.
La “generosità” dei siciliani e’ iperbolica. O tutto o niente! “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Ricordate? Ma a pronunciare la frase non è però il Gattopardo, principe di Salina, ma un arrivista, suo nipote Tancredi. A cui seguirono, come e’ noto, gli sciacalli, i vari Sedara.
Ma questo e’ solo un brutto sogno. La realtà e’ cosa ben diversa.
Franco Ciro Lo Re
Fonte: https://www.tp24.it