Tre casinò in Sicilia: Erice, Taormina e Cefalù. Il disegno di legge un déjà vu elettorale

Un casinò ad Erice, uno a Taormina e un altro a Cefalù. Potrebbe essere questa la prospettiva in Sicilia, una volta passato il disegno di legge presentato nei giorni scorsi,con una conferenza stampa che si è tenuta presso il Comune di Taormina, dal senatore di Forza Italia Vincenzo Gibiino. Il 5 novembre si voterà per l’elezione del nuovo parlamento e del governo della Regione Sicilia, e a due mesi delle elezioni c’è chi sogna un futuro con tre casinò nell’Isola.  Una vera rivoluzione, dunque, visto che in tutta Italia al momento ce ne sono solo quattro.

“Un déjà vu elettorale”
E’ qualcosa di già visto e sentito troppe volte, un vero déjà vuquesta proposta rispolverata più o meno ad ogni competizione elettorale, sia al parlamento nazionale sia all’Ars e già in passato presentata come motore di sviluppo del turismo in Sicilia, nonostante i dati sulla ludopatia e sui problemi sociali connessi siano comunque sempre molto allarmanti. Andando indietro nel tempo, infatti, era il 2004 quando l’allora deputata marsalese all’Ars di Nuova Sicilia, Eleonora Lo Curto, era la coordinatrice del lavoro istruttorio per la elaborazione di un testo di legge analogo e già allora le città indicate come possibili sedi delle case da gioco erano Taormina, Cefalù e Erice. A 13 anni di distanza si continua a ridiscutere di una legge che favorisca l’apertura delle case da gioco.

Cosa prevede la proposta di legge
Il disegno di legge di cui è primo firmatario Gibiino – che ha voluto puntualizzare durante la conferenza stampa che non si tratta di una manovra elettorale visto che non si candiderà –si propone di modificare l’attuale disciplina in materia di case da gioco consentendone l’apertura nelle località a vocazione turistica. “E’ in questo contesto che si inserisce la nuova disciplina sulle case da gioco – commenta Gibiino – . Prevede l’istituzione di nuove case e le richieste potranno essere fatte dai Comuni e le autorizzazioni rilasciate dal Ministero dello Sviluppo economico ovviamente sulla base dei requisiti del richiedente, quindi la vocazione turistica e la sua possibilità di sviluppare forme di turismo. I casinò, secondo la nostra proposta, potranno essere pubblici o privati, nel qual caso la licenza sarà affidata dopo un bando”.

“Regolamenterà il gioco d’azzardo”
Secondo Gibiino, inoltre, il testo di legge dovrebbe avere come altro obiettivo ben più delicato, quello di regolamentare il settore e riportare il gioco alla sua più opportuna vocazione, quella di intrattenere i vacanzieri nei periodi di villeggiatura. “Purtroppo – afferma il senatore – il gioco in molti casi diventa una patologia clinica, tanto che ormai si parla chiaramente di ludopatia, per chi venga colpito dalla ossessione del gioco. Vogliamo razionalizzare tutto ciò che l’assenza di regole ha determinato in Italia in questi ultimi anni ossia la proliferazione di slot in luoghi non adatti”

I numeri del gioco in Italia e il divieto di quelli online
Tra slot machine, scommesse e lotterie varie in Italia vengono giocati 96 miliardi di euro all’anno a fronte dei 300 milioni spesi nelle case da gioco. Secondo il senatore forzista la nuova legge dovrebbe essere una garanzia di trasparenza: “Vogliamo per questo motivo riportare nell’alveo della trasparenza i flussi di denaro, quindi in luoghi che prevedano la registrazione della persona che vuole accedere alle sale, e delle somme di denaro che gioca”.

In Italia in totale ci sono 2016 sale Bingo, 9.159 punti vendita dei concorsi pronostici, 33.881 punti vendita dei giochi numerici a totalizzatore, 3.387 tra punti e negozi di gioco ippico, 5.764 tra punti e negozi di gioco sportivo, 33.920 ricevitorie del lotto e 62.975 punti vendita delle lotterie (dati 2016). “Tra l’altro – aggiunge Gibiino – due sentenze della Corte Costituzionale del 1985 e del 2001 invitano lo Stato a normare la materia per regolare e vigilare sul proliferare di questi punti da gioco: perché non è stato fatto? Questi numeri sono impressionanti se si considera che in Europa ci sono 536 casinò e solo 4 in Italia. “Altro aspetto fondamentale di questa proposta di legge – conclude Gibiino – è vietare i giochi online”.

Da Erice a Trapani i tentativi di aprire un casinò in provincia.                                                                                                              Se per Taormina l’apertura di una casa da gioco rappresenterebbe un ritorno al passato –  ne è stata la sede negli anni ’60 – sarebbe una novità per Erice che, sicuramente andrebbe a cozzare con la sua natura di borgo medievale e sede del centro di cultura scientifica “Ettore Maiorana”, dove si radunano annualmente gli scienziati di tutto il mondo. Una capitale della cultura, dunque, che dovrebbe, se non mutare la sua identità, affiancarla a quella di città del gioco.

Qualche anno addietro, l’idea di nuovi casinò in Sicilia l’aveva lanciata anche il presidente Rosario Crocetta. In quell’occasione Nino Oddo propose come sede di una possibile casa da gioco la candidatura della Colombaia uno dei luoghi simboli della città di Trapani: “Si tratta di un luogo incantevole e di una struttura su cui l’assessorato regionale al Turismo sta investendo risorse per il definitivo recupero”, disse allora il deputato trapanese.

Proposte che puntualmente si rinnovano ma che lasciano il tempo che trovano. E verrebbe da chiedere proprio a chi le propone, queste leggi sulle case da gioco, come mai non si sono mai concretizzate in passato, forse perché non porterebbero a nessun vantaggio reale di sviluppo. Infine ma è possibile che ai nostri politici, ai nostri rappresenanti delle istituzioni non vengano in mente altre idee con le quali poter dare slancio all’economia di questa terra?

Fonte : http://www.tp24.it

 

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